VIAGGIO NELLE FOGNE. FINO A FATBERG.

13 ottobre 2015   20:00  
Caminetto

Un viaggio nelle fogne. Data di partenza: 3000 a.C. Condizioni di viaggio: per quasi 5000 anni a cielo aperto. Fino al 1823, quando a Londra si immagina di dover condurre in maniera diversa i reflui che venivano scaricati direttamente dalle finestre.

Interessante serata al Club, tutta dedicata alle reti fognarie, con un viaggio all’indietro per comprendere le modalità di intervento adottate in passato fino ad oggi ed ovviamente al tema tutto riminese che agita il dibattito cittadino. Un grazie particolare all’Ing. Pierpaolo Martinini, Responsabile Reti Hera per l’Emilia Romagna, per la chiarezza del racconto e per le sue risposte precise su quanto sta accadendo a Rimini.
 
Andiamo con ordine. Al 3000 a.C. risalgono i primi riferimenti adottati dal’uomo per allontanare le acque dalla gentte. La Cloaca massima di Roma è considerata una sorta di madre di tutte le fogne. Ancora funziona e scarica nel Tevere. Tanto preziosa che lì vicino sorse anche un onumento per omaggiare la Venere Cloacina. Solo nel 1800 si passa all’idea di coprire questi canali. Ci prova Londra e in Italia nel 1889, con la Legge Crispi che offriva ai Comuni la possibilità di costituire delle società pubbliche allo scopo, si comincia a ragionare in tal senso.
 
La motivazione che condusse ad uno studio ragionato era ovviamente il contrasto alle malattie e alle epidemie. Se si pensa che Roma al tempo aveva un milione di abitanti.. si capisce che l’urgenza era tanta. D’altra parte a Roma, fin dai tempi di Tito Flavio Vespasiano, il tema era oggetto di attenzioni. A Londra, infatti, si parla di intervento dopo una stagione particolarmente cada, ricordata come la Stagione della Puzza. In vent’anni si risolsero gran parte dei problemi.
 
A Rimini si riconduce la Fossa Patara, e cui prime testimonianza sono contenute nel Breviarium Ecclesiae Ravennatis. Tra gli anni 778 e 806 una casa cittadina risulta confinante col flumen qui vocatur Avusa. Trattandosi del contesto urbano, e non fuori dalle mura, secondo alcuni studiosi con molta probabilità si tratta proprio della fossa Patara e non del torrente Ausa.
Ecco, la si può definire la Cloaca Massima di Rimini, sostituita in tempi più recenti dal torrente Ausa.
 
Negli ultimi decenni la scarsa considerazione del tema, legata anche all’urbanizzazione sregolata di Rimini e quindi ai costi di intervento, hanno portato ad interventi un po’ a singhiozzo, ma soprattutto ad ondivaghe considerazioni sul fatto che la rete debba essere unica o sdoppiata fra acque bianche e nere.
 
La realtà è che anche laddove s’è proceduto alla doppia rete, poi i collegamenti erano per così dire misti, per comodità e per abuso di chi per farla breve ed economica ha agganciato i colori inversi delle acque alle fognature.
Il mondo cambia quando l’Italia è ‘costretta’ a recepire una normativa europea sin lì snobbata sulla qualità delle acque per la balneazione. Ciò che prima era tollerato e nascosto, ora è evidente come la necessità di intervenire. L’Ing. Martinini ha raccontato gli interventi in corso e futuri, stabilendo il traguardo al 2020 quando non dovranno esserci più scarichi a mare. O meglio, potrebbero capitare secondo la statistica una volta ogni dieci anni. Mentre alle aperture odierne si sostituiranno quelle in fondo ad un lungo tubo che scaricherà in mare ad un chilometro di distanza. Troppo poco, comunque dannoso? Il dibattito è aperto.
 
Il cuore pulsante del sistema sarà in piazzale Kennedy, dove la mega vasca in costruzione assolverà ad un compito decisivo.
Sarà un lavoro ben fatto, anche se in zona pregiata. Altrove, anche a Barcellona, certi imianti sono in pieno centro.
E il Fatberg cos’è?  Una massa di grasso e salviettine umidificate "e altra roba erroneamente gettata negli scarichi e nelle toilet" lunga come un Boeing 747, circa 80 metri. L'hanno rimossa gli uomini della Thames Water, la società che gestisce acquedotti e fognature a Londra, sotto Shepherd's Bush Road, nella zona ovest della capitale britannica. La "mostruosità'' è stata battezzata "fatberg", unione tra grasso e iceberg. Un team di esperti ha affrontato la disgustosa massa studiandola per tre giorni alla fine di agosto, per poi rimuoverla all'inizio di settembre. Decisivo per formare la massa tutto l'olio da frittura gettato irresponsabilmente nelle fogne da fast food e semplici cittadini e le resistenti salviettine umidificate. La massa di grassi era così estesa, un "immenso e solido blocco", che ha dovuto essere spezzata con potenti getti d'acqua e rimossa per evitare che le case e gli uffici dell'area finissero inondati dalle acque fognarie. Ecco, altra prova dellla pessima abitudine alimentare anglosassone. Loro che condiscono con margarina, intoppano anche le fogne. Noi che usiamo l’oilio, abbiamo fogne dove l’acqua scorre forte. A mare.
 

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