QUEI TRE NELLA SOFFITTA

25 febbraio 2016   00:00  

A margine della serata con Vittorio D'Augusta, Gibo Bonizzato ha ricordato un curioso episodio... 
 
 
1954. Rimini. Una villetta bifamiliare in Viale Vittor Pisani, Marina Centro.
Salgo in soffitta per cercare un vecchio libro e trovo quei tre, compagni di Liceo al Serpieri, che, invece di dipingere (come al solito, per ore e ore) si sono dedicati, stavolta, ad una strana operazione. Piergiorgio è steso, supino, sulla vecchia poltrona sfondata che, assieme a una cassapanca, tre cavalletti, uno scaffale e alcune sedie costituisce l’unico arredamento del locale, mentre Vittorio e mio fratello gli stanno incorniciando il viso con una scatola da scarpe, aperta sul davanti, dopo averglielo cosparso di vaselina.
- Cosa state combinando? - domando, sbalordito, mentre Vittorio, il ciuffo sugli occhi, infila con destrezza nelle narici del disgraziato, due tubicini di cartone arrotolato e Marino versa acqua in una bacinella piena di gesso.
- Un esperimento! - risponde il fratellino tutto allegro - Vogliamo provare a fargli il calco della faccia... Pronto, Vittorio? Piergiorgio chiudi bene gli occhi ! E ora, veloci!- 
I due delinquenti afferrano a due mani la bacinella e ne versano il contenuto sulla faccia inscatolata dell’amico. 
- E’ gesso a presa rapida! - mi informa Vittorio. Vedi? Si sta già rapprendendo! -
Osservo con interesse la scena che però si sta trasformando, pian piano, in un incubo. Infatti il gesso, versato in eccesso, ha finito, progressivamente, per otturare i tubicini deputati alla respirazione…S’odono a questo punto i sordi mugolii della vittima, che ben presto si trasformano in muggiti disperati mentre cerca di strapparsi dal volto quella che rischia di trasformarsi davvero in maschera mortuaria… riuscendovi a fatica, aiutato da tutti noi, mentre brandelli di gesso semisolido schizzano da tutte le parti, imbrattando le pareti…
 
Insomma, in quel lontano giorno di una calda estate riminese, poco ci mancò che il celebre pittore Vittorio d’Augusta, Sigismondo d’oro, facesse fuori, a casa mia e con la complicità di mio fratello, un altro Sigismondo d’oro: l’insigne storico dell’arte Piergiorgio Pasini …
 
L’episodio è divertente. E mi ritornò vivido alla mente assieme al ricordo di quei tre quindicenni, amici per la pelle, con i loro cavalletti, le loro prime tavolozze, i loro colori a olio, le loro tele accatastate dappertutto, quando Vittorio, dopo aver ricevuto dalle mani del sindaco la più prestigiosa onorificenza cittadina, rievocò i suoi “primi passi nella pittura” compiuti a Rimini proprio in quella soffitta. Aggiungendo che per lui è forse più importante “sentirsi” riminese che esserlo, di fatto. 
Ne uscì il pezzo, apparso in “Rimini come l’America” che vi ripropongo in occasione della straordinaria relazione tenuta da Vittorio d’Augusta al nostro Club. 
 
 

MULTI-ROTARY - Distretto 2072