POEMI DEL FUOCO E DELLA LUCE

29 luglio 2014   20:00   Rimini - Castel Sismondo
Conviviale con signore

E’ una bella mostra quella che fino al 17 agosto la Fondazione Carim promuove a Castel Sismondo, curata da Alessandro Giovanardi (Responsabile dell’Ufficio Cultura della Fondazione stessa) e ad ingresso gratuito. A dieci anni dalla scomparsa di Guerrino Bardeggia, ‘Poemi del fuoco e della luce’, l’iniziativa ne onora l’arte e la sensibilità.

Oggi il Club ha fatto visita all’esposizione, potendosi avvantaggiare della presenza del curatore che ha raccontato l’opera di Guerrino Bardeggia attirando, poi anche a cena, l’attenzione che merita un artista amppiamente sottovalutato dalla critica ed invece uno dei grandi maestri italiani del ‘900.

83 grandi dipinti a olio e tecnica mista, circa 100 disegni (matite e inchiostri), 20 ceramiche incise a punta di diamante, 70 monotipi su tavola creati dal Maestro di Gabicce Mare sono esposti nella retrospettiva dedicata all’artista di Gabicce, pittore, disegnatore, incisore e ceramista, capace di eseguire fin dalla giovinezza una serie impressionante di tele, tavole, carte, ceramiche e sculture.

I riconoscimenti ottenuti dalle sue opere, presenti in prestigiose collezioni pubbliche e private, civili e religiose, non gli hanno impedito di vivere in totale solitudine, rifiutando il confronto diretto sia con le massime correnti della cultura pittorica moderna e contemporanea, con la rinuncia volontaria al rapporto con gallerie e curatori di iniziative nazionali, sia con gli esponenti della poesia attardata e accademica dei pittori di provincia.

Poemi del Fuoco e della Luce” è la più articolata mostra dedicata a Bardeggia, la prima realizzata in questo territorio, nella quale viene dato un importante spazio ai grandi temi poetici, letterari, religiosi e filosofici affrontati dall’artista: dall'Inferno di Dante, ai testi lirici e tragici tratti dall'Antico e dal Nuovo Testamento, fino alle sue personalissime riflessioni sulla vita, la nascita, la morte e la fede. Una tessitura pittorica e un segno grafico che affrontano in maniera indipendente, al di là di ogni scuola e corrente, le forme dell'espressionismo visionario, del simbolismo mistico e della ricerca informale. Un vero e proprio cammino "alchemico" dal fuoco alla luce, dal segno, alla figura, fino al colore puro.

In particolare, le opere tratte dall'Inferno dantesco provengono dal Museo Beghelli di Monteveglio (Bologna).

La mostra è stata voluta particolarmente dagli Eredi Bardeggia e dal Comitato per la Valorizzazione dell'Opera di Guerrino Bardeggia.

“A dieci anni dalla morte mi è sembrato necessario riportare in grande stile l’attenzione sull’opera di Guerrino Bardeggia – afferma Alessandro Giovanardi -, in particolar modo su quella pittorica, dedicata ai grandi temi religiosi, letterari e poetici, sottraendola alla dimenticanza e al clima di retorica provinciale in cui s’era inabissata anche a causa di presentazioni non adeguate agli autentici talenti dell’artista. Il talento sicuro e la mano felice da disegnatore, manifestatasi sin dall’infanzia e affinata nella giovinezza, l’abilità del gesto quasi sciamanico conservata fino agli ultimi anni di vita, il carattere visionario dei temi della maturità, la scelta simbolista, le rare ma ammirevoli sperimentazioni informali, l’espressionismo intuitivo, fanno di questa mostra un evento culturale di grande rilevanza. Bardeggia sarà finalmente riconosciuto, con questa ampia mostra, come uno dei più importanti maestri del nostro secondo Novecento»

“Ospitando la vasta mostra di Guerrino Bardeggia nella storica e fascinosa sede di Castel Sismondo – aveva dichiarato all’inaugurazione Massimo Pasquinelli, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini -, abbiamo ribadito il peculiare interesse per i maestri del Novecento riminese e romagnolo e, più in genere, per i linguaggi dell’arte moderna e contemporanea. Un interesse dimostrato, negli ultimi vent’anni e oltre, sia promuovendo direttamente le monografiche di Elio Morri, Gino Ravaioli, Armido Della Bartola, Guido Baldini, Demos Bonini e Mario Valentini, sia sostenendo le mostre dedicate a Franco Cumo, Edoardo Pazzini, Luigi Pasquini. Ancora una volta il Castello Malatestiano si rivela come uno dei più suggestivi luoghi espositivi della Regione, adatto ad accogliere degnamente mostre di grande ampiezza e coraggiose e innovative per temi e stili allestitivi»

La mostra “Poemi del fuoco e della luce” è realizzata grazie anche al sostegno di Banca Carim, del Lions Club Cattolica e di Multigraph Riccione. Il catalogo (Panozzo editore) è realizzato edito con il contributo del Gruppo Del Conca.

Patrocinano l'IBC della Regione Emilia-Romagna, la Provincia di Rimini, i Comuni di Rimini, Riccione, Misano Adriatico, Cattolica, Gabicce Mare e Gradara.

La rassegna fa parte del cartellone Castel Sismondo Estate 2014 promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, che quest’anno racchiude oltre 40 eventi culturali che offriranno ai cittadini ed ai turisti la preziosa opportunità di visitare contemporaneamente uno dei monumenti più importanti della città. Il programma degli eventi è consultabile sul sito www.castelsismondoestate.com

Il prossimo 5 agosto è in programma la presentazione del catalogo della mostra, alla presenza della Professoressa Elena Frattarolo, docente di storia dell'Arte Contemporanea e Beni Culturali e Ambientali presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna.

 

Guerrino Bardeggia, nota biografica

Guerrino Bardeggia (Gabicce Mare, 10/10/1937 – 5/1/2004), figura solitaria e prolifica dell’arte riminese del secondo Novecento è stato pittore, disegnatore, incisore, scultore e ceramista molto apprezzato in Italia e all’estero, benché propenso a vivere in stretta solitudine la propria vocazione e passione di maestro visionario del colore e della forma. Di umili origini ma già dotato fin dalla tenera infanzia, si è formato nel dopoguerra, e a prezzo di duri sacrifici per se stesso e per la propria famiglia, nella prestigiosa Scuola del Libro di Urbino. Marchigiano di nascita, ma solo in senso amministrativo, si è sempre considerato per lingua, cultura e sensibilità un autentico romagnolo.

Artista multiforme, nella sua proficua e versatile carriera ha allestito oltre duecento mostre personali, è stato invitato ad innumerevoli collettive e ha vinto oltre cinquecento primi premi e premi speciali, fra i quali si ricorda, in particolare, il “Premio Ignazio Silone” 2002, attribuitogli per la sua attività artistica ed umanitaria. È stato inoltre nominato Cavaliere della Repubblica Italiana, Cavaliere Ufficiale della Repubblica per meriti artistici, Commendatore dell’Ordine di San Gregorio Magno e ha ricevuto la Benedizione Apostolica da Giovanni Paolo II.

A Bardeggia, non sono mancati inviti a partecipare alle più importanti collettive d’arte contemporanea nazionali, come la Quadriennale di Roma e la Biennale di Venezia, ma ha sempre rinunciato per conservare testardamente la propria libertà creativa. La sua opera però ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti culturali, come quello degli storici Pier Giorgio Pasini, che lo ha inserito tra i più importanti artisti sacri del XIX e XX secolo (2014), e Anna Cerboni Baiardi, che ne ha valorizzato il lavoro plastico nel repertorio devozionale delle Viae Crucis (2006), oppure ancora dal critico Emanuele Gaudenzi che lo ha menzionato nel grande repertorio dedicato alla ceramica italiana del Novecento (Electa/Sole24Ore, 2006).

La sua opera pittorica è caratterizzata da un personalissimo ripensamento del simbolismo, dell’espressionismo e dell’informale: correnti ch’egli ha assimilato istintivamente per metterle a servizio di un’originale lettura dei testi fondamentali della cultura letteraria e religiosa dell’Occidente (la Sacra Scrittura e la Commedia dantesca, innanzitutto). La costruzione ispirata dei suoi quadri si configura come un processo a volte quieto, altre volte violento di trasformazione della materia in pura luce, attraverso la mediazione purificatrice e trasfiguratrice del fuoco. La natura come forma simbolica, la generazione della vita, la ramificazione delle generazioni umane e familiari, il raptus mistico e profetico, il senso tragico ma anche sacro dell’esistenza, la contemplazione del drammatico scontro tra le forze visibili e invisibili del cosmo, sono tra i temi prediletti della sua pittura allegorica o astratta.

L’artista ha esposto in spazi prestigiosi in Italia e all’estero, come il Palazzo dei Diamanti a Ferrara, Villa Aldrovandi Mazzacorati a Bologna. Sue opere pittoriche e scultoree sono presenti in pregevoli collezioni private, nonché in considerevoli spazi pubblici, musei e pinacoteche, a destinazione civile o religiosa. Molte sue opere a tema sacro sono custodite nelle chiese di Dozza Imolese, Montegridolfo, Sant’Angelo in Vado, Gradara, Villa Sant’Antonino di Ascoli Piceno. Si ricorda, in particolare, la chiesa parrocchiale di San Benedetto in Cattolica: una tessitura intensissima di disegno, pittura e scultura dove drammaticità e speranza sono inscindibilmente unite a formare un itinerario verso la fede, invitando ad oltrepassare la materia e a dimorare nello Spirito.

MULTI-ROTARY - Distretto 2072