PER MARE, PER TERRAM

12 novembre 2013   00:00  

La tradizionale serata che il Rotary Club Rimini Riviera organizza in onore delle Forze Armate s’è arricchita quest’anno di due particolari contenuti: il ricordo, a dieci anni di distanza, dei 28 morti a Nassiriya, dove caddero 17 militari e 2 civili italiani, oltre a 9 civili iracheni; e poi la vicenda dei due fucilieri della Brigata Marina San Marco, tuttora trattenuti in India dopo i fatti legati alla protezione della nave mercantile Enrica Lexie che sfociò nella morte di due pirati del mare.
Protagonisti della serata, in interclub con Round Table 12 Rimini, tre ospiti d’eccezione: il Contrammiraglio Pasquale Guerra, Comandante della Brigata Marina San Marco (dal febbraio 2012); Michele Girone, padre di Salvatore e Christian D’Addario che invece è nipote di Massimiliano Latorre e abitualmente è portavoce dei due militari italiani.
A impreziosire la serata, la presenza del Vice Prefetto Di Nuzzo e dei comandanti delle varie forze armate presenti a Rimini.
 
Molta solennità, a partire dall’ascolto degli inni; poi anche la commozione per il ricordo dei caduti di Nassiriya, ma anche l’orgoglio nella descrizione della composizione e della modalità di lavoro del Battaglione San Marco; infine la straordinaria dignità nel rappresentare la vicenda dei fucilieri ‘prigionieri’ in India da parte dei parenti.
 
“Ero lì a Nassiriya quel giorno di dieci anni fa – ha esordito il Contrammiraglio Guerra – e a dieci anni di distanza mi si stringe il cuore nel pensare a quei drammatici momenti. Ebbi solo un lievissimo sollievo quando il mio ufficiale mi fece sapere che ‘noi ci siamo tutti’, ed invece poi lo strazio dei tanti ragazzi morti con la divisa addosso e nell’esercizio di una missione di pace, oltre ai civili”.
 
Il capo dei marò ha poi descritto la Brigata, che ‘militarmente’ parlando rappresenta la capacità del Paese nella proiezione in mare.
“Per mare, verso la terra”, così definiscono la loro missione i marò, che tra loro si chiamano ‘Frà’, ossia l’altro, il tuo compagno che è più importante di te.
 
“Siamo stati dappertutto in questi quasi 200 anni di storia. Una storia che ha il suo primo culmine nella prima guerra mondiale quando fu impegnata nella difesa di Venezia, città che subì diversi attacchi dagli austriaci con assalti via mare e via terra. Tre battaglioni di fucilieri (Monfalcone, Grado e Caorle) ed uno di artiglieria vennero raccolti in un reggimento, che si trovò subito ad essere impegnato in battaglia. Con la fine del conflitto, vennero riconosciuti i meriti della Brigata marina, che ricevette anche la bandiera di combattimento”.
 
Nel 1956 la Brigata fu soppressa, poi nel 1965 fu ricostituita. Le missioni, gli interventi, le presenze non si contano: Libano, Afghanistan, balcani, Libia, Sinai, Mare Mediterraneo… Ovunque.
Il corpo è formato oggi da quasi 4000 uomini, per diventare marò bisogna superare prove durissime (più della metà non ci riesce), il 90% di loro è ai primi posti nelle graduatorie post corso per marines negli Usa.
 
“Il fuciliere di marina è tre volte volontario: lo è quando entra in Marina, lo è quando arriva al San Marco, lo è quando s’imbarca nell’avventura di un corso di 23 settimane, dal quel escono i nostri uomini. Una volta acquisito il riconoscimento, comincia una carriera che ogni 18 mesi vede mediamente per sei mesi in missione. Dove? Ovunque ci sia bisogno. Anche a supporto delle navi mercantili con bandiera italiana che solcano i mari più pericolosi per la presenza di pirati che le assaltano per depredarle.
E’ nel caso della Enrica Lexie, i fatti in estrema sintesi sono andati così: In uno scontro a fuoco avvenuto in acque internazionali due pirati sono morti e le autorità indiane, con l’inganno, chiedendo collaborazione per il riconoscimento a terra degli assaltatori, hanno prima chiamato in porto la nave (tuttora operativa in zona e con vicecomandante indiano) e poi arrestato i due fucilieri.
“Io sono personalmente certo dell’innocenza dei nostri due fucilieri – ha detto il Contrammiraglio Guerra – li ho sentiti due ore dopo l’accaduto e so come sono andate le cose. Hanno sparato a mare, non alle persone, secondo le regole d’ingaggio Ora, dopo le tante vicende accadute, siamo ad un punto di svolta. Le autorità indiane li hanno trattenuti così a lungo perché vogliono la testimonianza degli altri quattro marò presenti, il Governo ha offerto tre opzioni: interrogatorio in teleconferenza, con memoria scritta, oppure dal vivo ma in Italia. Negli ultimi tre giorni è avvenuta la terza opzione e ora confidiamo nel buon senso delle autorità. Decideranno se processarli o no. Io li aspetto a Brindisi, mi interessa solo questo”.
 
Con poche e dignitose parole, Michele Girone ha ribadito: “Manteniamo la fiducia, li aspettiamo a casa”.
 
A proposito della vicenda del breve rientro in Italia e il seguente ritorno in India, Guerra da militare ha risposto: “Non siamo stati coinvolti, com’è giusto. Le trattative sono state portate avanti dal Presidente Napolitano, dal Presidente del Consiglio, dai Ministri interessati, è il vertice dello Stato”.
 
Tante le domande, puntuali le risposte. La Brigata San Marco è una eccellenza delle forze armate italiane, da qualche tempo anche le donne vi fanno parte, e quotidianamente è impegnata (600 uomini attualmente sono in giro per il mondo) per svolgere i suoi compiti in rappresentanza dell’Italia e in perfetta integrazione con le forze di tutti i Paesi democratici.
 
Nel corso della serata, consegna di un paul Harrys a Giancarlo Semprini da parte di Alberto Azzolini

MULTI-ROTARY - Distretto 2072