MILLE STORIE DENTRO UNA TAZZINA DI CAFFE'

16 novembre 2021   20:30   Hotel Ambasciatori Rimini
Riunione n° 12/1911 - Conviviale
Relatori Alberto Vozza, Socio RC Rimini Riviera


Un viaggio nella degustazione e nella storia del caffè, la tradizionale bevanda che ci accompagna dalla mattina, appena svegli, fino alla sera a chiusura di una bella serata.

Il caffè, bevanda buona e stimolante, è la più bevuta al mondo, usata per piacere e per sfruttarne gli effetti positivi!

Il caffè non è solo una bevanda, ma anche ritualità, luoghi esotici, cultura, relax e socializzazione.

La parola caffè deriva dal turco KAHVE e dall’arabo CAHWA per trasformarsi, nel tempo, in caffè, cafè e coffee, diffondendosi rapidamente in tutto il mondo.

Pietro Verri, che fondò il giornale "Il caffè" nel 1764, ne descrisse in modo mirabile le caratteristiche: "...rallegra l’animo, risveglia la mente, in alcuni casi è diuretico, in molti allontana il sonno; particolarmente utile alle persone che fanno poco moto e che coltivano le scienze...".

E come ogni storia affascinante che si rispetti, non si può che cominciare con delle leggende: una racconta che il primo a scoprire gli effetti stimolanti del caffè fu un pastore Kaldi, nel VI-VII sec., il quale notò come le sue capre, mangiando le bacche di caffè, diventassero "iperattive"!

Un’altra, islamica, narra degli effetti stimolanti di una bevanda nera, amara e bollente, che Allah inviò a Maometto per risvegliarlo da un improvviso torpore, e grazie alla quale il profeta riuscì a "rendere felici" ben 40 donne!

Il caffè era sconosciuto agli antichi greci e latini, e fece il suo ingresso in Europa solo alla fine del Cinquecento, e fino al 1650 venne essenzialmente utilizzato come medicinale e venduto in farmacia. Solo in seguito assunse sempre più l’utilizzo come bevanda stimolante e piacevole da bere.

La pianta del caffè è un alberello sempreverde, con fiori odorosi, alto 5-6 metri. All’interno del frutto del caffè troviamo i semi (chicchi) a noi ben noti. Cresce in luoghi con temperature fra i 15° e 25°.

Due sono le qualità principali: "arabica" (più delicata) e "robusta" (più resistente, con maggiore produttività, maggior quantità di caffeina, e maggiore economicità). La caffeina prodotta dalla pianta la protegge grazie anche al suo potere antibatterico e antifungino ed anche grazie al fatto che rende sterili alcuni insetti distruttivi.

I chicchi raccolti vengono lavorati, puliti e preparati per la torrefazione o tostatura, un processo generalmente lento che porta i chicchi ad una temperatura di 200° con un continuo rimescolamento, seguito da rapido raffreddamento senza ventilazione. In questa fase può avvenire il processo di eliminazione della caffeina. In ultimo avviene la macinatura, che può essere industriale, per i caffè già pronti, oppure effettuata direttamente dagli esercizi commerciali, caffè e bar, o a casa.

Adesso il caffè è pronto per essere consumato. Ma come? Il modo migliore è usare una macchina da caffè professionale da bar che esiste anche in versioni più piccole per uso domestico. In questo modo berremo il tipico "caffè espresso", italianissimo e dal gusto inarrivabile!

Ma il caffè può essere preparato a casa anche con la "caffettiera" o macchinetta del caffè. Ne esistono di due tipi: la "napoletana" a caduta d’acqua, e "a pressione" o "moka". Il nome "moka" deriva da un caffè pregiato a piccoli grani proveniente dalla città araba di Mokha, nello Yemen. La caffettiera moka è il modello per uso domestico più diffuso, in duralluminio, in due parti di forma ottagonale. Venne inventata da Alfonso Bialetti nel 1933. Oggi le "cialde" o "capsule" di caffè macinato sono diventate le regine incontrastate nel mercato del caffè per uso domestico e rappresentano un ottimo compromesso fra qualità, economicità e semplicità d’uso.

Inizialmente nati per sopperire alla mancanza di caffè dovuta alle sanzioni imposte all’Italia nel 1935, fanno storia a sé i "surrogati", che si ottengono da vari vegetale e legumi. L’orzo è sicuramente il più famoso ed utilizzato.

Elemento fondamentale per la preparazione del caffè è l’acqua. L’acqua buona fa il caffè buono! E prima di prendere il caffè è importante preparare le papille gustative bevendo un po' d’acqua (ricordate: l’acqua va bevuta PRIMA e non DOPO aver preso il caffè, altrimenti si rischia di offendere il barista!).

Ed arriva il momento di versare il caffè. Ma dove lo versiamo? In una tazza, in una tazzina o in un bicchierino di vetro? De gustibus...

Dolce o amaro? A Napoli il caffè viene servito già zuccherato, ma i veri intenditori preferiscono assaporarne il gusto senza contaminazioni "esterne". L’importante è che sia bollente! Sempre i partenopei, a tal proposito usano un modo di dire che, utilizzando tre lettere "c", sintetizza alla perfezione questo concetto: "c... comme coce!"

Gli italiani, inventori dell’espresso, quando vanno al bar non si accontentano di chiedere "un caffè!". Con il tempo sono fiorite tante di quelle varianti che perfino i baristi, a volte, fanno fatica a stare dietro alle novità: doppio espresso in tazza grande, macchiato freddo, macchiato caldo, ristretto, monte Bianco, con la panna, marocchino, bicerin, moretto, americano ecc. ecc. Se poi avete la ventura di recarvi a Trieste, sarà meglio che vi dotiate di un traduttore di caffè italiano-triestino!

Il caffè non è solo una gustosa bevanda, ma identifica anche il luogo dove questo viene consumato. Così come lo intendiamo noi, il Caffè nasce a Londra nel 1652. Le "coffee houses" erano luoghi di aggregazione, socializzazione, emancipazione sociale. Al loro interno non si consumava solo la nera bevanda, ma si partorivano nuove ideologie politiche e si facevano affari, come nel caso del Caffè Lloyd’s in cui nacquero le famose Assicurazioni. Dopo le "coffee houses" inglesi arrivarono i caffè parigini e quelli viennesi.

E i caffè storici italiani? Molte sono le città che ospitano Caffè prestigiosi. A Torino ricordiamo Il Bicerin, Mulassano, Baratti e Milano, a Firenze il Cibreo, Gilli, Rivoire, Giubbe Rosse, a Padova il Pedrocchi, a Napoli Gambrinus, a Trieste il caffè degli Specchi, il Pirona, il Tommaseo.

A Napoli nasce anche una tradizione, legata al caffè, che oggi potremmo chiamare "equa e solidale", ovvero quella del "caffè sospeso", che consiste nel pagare un caffè in più di quello effettivamente consumato per chi non avesse la possibilità di pagarlo. Questa usanza è un emblema di generosità e solidarietà sociale.  

Ma quali sono gli effetti del caffè sul corpo umano? Gli effetti sulla salute sono stati molto studiati ma non compresi del tutto. La caffeina, sostanza alcaloide presente nelle foglie, nei semi e nei frutti del caffè, svolge la sua azione su vari apparati dell’uomo. Essa è in grado di bloccare i recettori dell’adenosina, un neuromodulatore chimico che regola lo stato di veglia ed il rilassamento. Gli effetti del caffè sono, comunque, variabili in base alle capacità metaboliche di ogni individuo. I bevitori occasionali risentono in maniera maggiore dell’effetto stimolante del caffè rispetto agli abitudinari. Il caffè ha una peculiarità perché agisce sia sul sistema nervoso simpatico (migliora l’allerta e la concentrazione), sia sul vago (rilassa e migliora l’umore). Quindi ha un effetto sinergico e contemporaneo. Uno studio recente condotto negli Stati Uniti ha rilevato come un’assunzione di caffeina non superiore ai 200 mg giornalieri in donne in gravidanza ha portato alla riduzione del rischio di diabete, abbassando i livelli di glicemia e migliorando il profilo cardiometabolico. Il rapporto che legherebbe il caffè alla perdita di peso, invece, non è ancora ben chiaro. Di certo l’uso di caffè determina una riduzione dell’appetito e, contestualmente, un aumento nella capacità di bruciare grassi. Sicuramente, poi, il caffè porta ad un aumento della resistenza per cui, a fronte di un’attività fisica più intensa si riduce il senso di affaticamento. Il caffè migliora, in sicurezza, anche molte funzioni della mente (attenzione, memoria a breve termine, abilità cognitive ed apprendimento). La caffeina presente nel caffè può influenzare negativamente la qualità e quantità del sonno in funzione della quantità di caffè consumato, dell’orario di assunzione e della tipologia del soggetto e della sua abitudine all’uso. In alcuni soggetti, addirittura, si presenta un effetto "paradosso" per cui l’assunzione di caffè facilita il sonno. L’assunzione di caffè potrebbe portare a dipendenza fisica, associata ad astinenza, con insorgenza di emicranie, sonnolenza, irritabilità, minor socievolezza ed altri sintomi simil-influenzali.

Ma quali sono i componenti del caffè, oltre alla caffeina? Troviamo la colina, che favorisce la peristalsi gastrica, acidi grassi, sodio, potassio, carboidrati, vitamine A e B12, assieme a calcio, ferro e magnesio. Per completare il quadro, sono presenti oltre 700 composti volatili responsabili dell’aroma di questa straordinaria bevanda, così straordinaria che sarà presentato all’UNESCO un dossier per la candidatura del caffè espresso a "BENE IMMATERIALE DELL’UMANITA’".  

La quantità ideale? Dalle tre alle cinque tazzine al giorno!

E detto questo non ci resta che concludere proponendovi un buon caffè al bar! E se non riuscite ad unirvi a noi, vi lasceremo un "sospeso" ...

MULTI-ROTARY - Distretto 2072