IN DELICATO EQUILIBRIO SULL'ACQUA: VENEZIA E LE SUE NAVI

17 settembre 2015   20:00   Capo Est di Vallugola
Conviviale con signore

E’ sempre più incredibile scoprire, grazie al programma delle serate del Club, quanto l’Italia sotto il livello del mare sappia doppiare le sue bellezze.

L’occasione stavolta è stata la serata al Capo Est di Vallugola in Interclub con il R.C. Riccione Cattolica, nella quale è intervenuto Stefano Medas, marchigiano, laureato in Storia Antica  e con Dottorato di ricerca in Història i Història de l'Art presso l'Universitat de les Illes Balears.
 
Medas è un professionista dell'archeologia subacquea e navale, dal 1995, seppur giovane ha una esperienza enorme e nella sua relazione ha evidenziato quanta ricchezza esista sott’acqua.
Ne avevamo avuto coscienza già in relazioni passate, ma è chiaro che salendo verso nord, per conoscere i fondali verso Venezia, tutto si moltiplica.
 
Intanto, proprio quella zona, che Medas ci ha ricordato in passato essere un’autentica porta d’accesso verso l’Europa, ossia il punto di sbarco più vicino alle mete del commercio, era composta da altri porti, davvero importanti, fino a Ravenna.
La grande laguna di Venezia, con le sue maree, ha determinato quasi uno ‘stile di vita’. La conoscenza delle maree ritmava le abitudini, i comportamenti.
 
L’antropizzazione del luogo ha anche inciso sul livello di questi fenomeni. L’abbassamento progressivo dei manufatti ha determinato l’innalzamento del fenomeno di ‘acqua alta’, che fino a 110  cm da un determinato livello è gestibile, ma sopra diventa un serio problema.
 
L’acqua ‘sempre più alta’ ha dato il via a riflessioni e al grande intervento del MOSE. Medas ci ha spiegato come funziona il meccanismo, davvero straordinario. Resta da vedere se sarà in grado davvero di proteggere un patrimonio inestimabile. Lo speriamo tutti.
 
Ma Venezia è anche la più grande area archeologica del mondo. Medas ha ricordato ritrovamenti di luoghi vissuti ed ora sott’acqua, come una stanza di circa 50 mq di epoca romana, con al centro un pozzo per la raccolta e la depurazione dell’acqua piovana. Altro esempio, i ‘Casoni’, immobili del 1300.
 
Tutto è facilmente catalogabile, almeno da 500 anni a questa parte, proprio perché Venezia è dotata di una cartografia storica assai precisa. Addirittura Medas ha mostrato un villaggio, con tanto di monastero, trovato sott’acqua e poi messo in ‘secca’ creando tutto intorno delle barriere per un ettaro e mezzo. Lì sono state trovate anche imbarcazioni, per le quali è stato possibile risalire fino al comandante che la guidava e alle storie di naufragi o ‘spiaggiamenti’ che le hanno portate sui fondali.
 
Impossibile citare tutto quanto Medas ha saputo proporci nella sua relazione. Di certo ha trasmesso il senso di una ricchezza, ma anche dei soldi necessari per intervenire.
 
Al proposito, proprio R.C. Rimini Riviera e R.C. Riccione-Cattolica hanno annunciato l’impegno comune per il restauro di due ancore, del 1600 e del 1700 che pescate in mare sono in un deposito in attesa di restauro.
Il lavoro è imminente e sarà accompagnato anche da una pubblicazione alla quale Stefano Medas fornirà un suo contributo.
 

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