IL PIANO STRATEGICO DI RIMINI

03 febbraio 2015   20:00  
Caminetto

 Il Piano Strategico di Rimini e del suo Territorio è stato al centro della serata al Club. A raccontarne le origini, il lavoro svolto ed i lavori in corso è stato il Presidente Maurizio Ermeti, che nel corso della sua articolata presentazione ha concluso con una slide sorprendente e che ha dato conto di ciò che ha prodotto in termini anche economici.

Andiamo per punti.
Intanto ricordando che Maurizio Ermeti, oltre ad essere un importante imprenditore turistico (4 strutture alberghiere nella sua gestione) è stato anche allla guida di Adria Congrex negli anni ’90, poi al vertice dell’Associazione Albergatori per un decennio e da 10 anni membro del CdA di Rimini Fiera, della quale è anche Vicepresidente.
 
“Il Piano Strategico – ha ricordato in apertura Maurizio Temeroli, promotore della serata – è un esempio significativo di democrazia partecipativa, poiché parte dal basso. Quel che produce è figlio del confronto fra che la società organizzata propone e che in questo modo progetta il proprio futuro”.
 
A promuovere il Piano Strategico sono cinque soggetti: Comune e Provincia di Rimini, la Camera di Commercio, la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e dal 2012 la Regione Emilia Romagna. Ad animarlo, il Forum Rimini Venture, ovvero 72 associazioni che operano nei settori più diversi della realtà riminese. Infine, dal 2013, l’Agenzia di Attuazione del Piano Strategico, alla guida della quale c’è appunto Maurizio Ermeti.
 
Cinque le linee strategiche perseguite: Il Mare e il Turismo, l’Attrattività Urbana, l’Innovazione, la Ricomposizione Territoriale, la Mobilità Urbana.
 
Per ognuno di questi punti, Ermeti ha raccontato i progetti in piedi e il loro stato di avanzamento.
 
Sulla mobilità, ha raccontato i progetti che già vediamo (lungo l’asse mediano) e quelli che vedremo (sulla circonvallazione) per disegnare un percorso che consenta di aggirare il centro della città, al quale ci si collegherà in maniera più organizzata, con parcheggi adeguatamente distribuiti.
 
A proposito del mare e del turismo, il punto centrale è l’intervento sul sistema fognario che attrae investimenti per 154 milioni. L’obiettivo è diminuire del 60% entro il 2017 gli scarichi a mare ed azzerarli entro il 2021. La descrizione dei progetti ha illustrato a dovere la complessità di quanto sta accadendo e quindi dei lavori già in corso per giungere all’ambizioso risultato, decisivo per la prospettiva della nostra economia portante. Inoltre quanto si sta facendo per modificare il lungomare, quella fascia di 15 km ancora oggi a dire il vero piuttosto disordinata. Tea dominante: sarà un grande parco del mare dedicato al wellness. Per realizzarlo, fondamentale lo spirito collaborativo dell’imprenditoria nell’assecondare una visione che tende a liberare lo sguardo verso il mare da tutto ciò che oggi, guardandolo da lungomare, di fatto lo impedisce.
 
Ad alimentare una nuova sensibilità dovrà essere un forte spirito innovativo. Che cresce e si alimenta intorno a concrete opportunità di sviluppo. “Vogliamo essere un luogo nel quale il pensiero turistico si eleva al massimo”. Allora ecco l’idea di un Piano Regolatore dell’Accoglienza e di un centro dell’innovazione dove le start up innovative hanno l’occasione di decollare. E’ Innovation Square, un luogo fisico messo a disposizione dalla Fondazione Carim e governato da esperti del settore, che sarà presentato a breve.
 
L’Attrattività Urbana guarda ad alcuni luoghi decisivi del territorio: tutta l’area intorno al Ponte di Tiberio, a Castel Sismondo e che a breve riguarderà anche quella della stazione ferroviaria. Idee, suggestioni, progetti, linee guida per dare un volto accogliente e sostenibile al prezioso patrimonio culturale del centro storico.
 
La Ricomposizione Territoriale guarda invece all’entroterra, pericolosamente a rischio di diventare luogo dimenticato e non in dialogo con la costa. Per valorizzarlo e connetterlo ai flussi anche turistici e quindi economici, un progetto strategico ad hoc per la Valmarecchia e il più volte citato Contratto di Fiume.
 
Insomma, dopo l’adozione del Piano Strutturale, poi affiancato dal Piano Strategico, il rischio era che due percorsi andassero verso il futuro in parallelo. Ora tutto confluisce nel Masterplan Strategico 2027.
Uno sforzo indubbiamente importante e forse anche costoso, ma che per la qualità del lavoro svolto ha anche prodotto la ricaduta sul territorio di denari proveniienti da finanziamenti nazionali ed europei. Una cifra sorprendente: 29,1 milioni di euro! Oggi il Piano Strategico di Rimini è anche oggetto di studio di atenei europei e rappresenta un punto di riferimento per quei territori che vogliono ragionare sul loro futuro.
 
Certo, tutti termini, quelli che danno il titolo ai vari ambiti operativi e alle stesse realtà che copongono l'architettura generale, che ad una lettura superficiale e disattenta possono apparire vuoti, ma che ieri sera grazie all’intervento di Maurizio Ermeti sono stati evidenziati nella loro sostanza.
 
Alla fine la netta sensazione che mentre quotidianamente si radichi la convinzione che tutto va a rotoli e che tutto sia l’occasione per polemizzare, c’è invece un corposo pezzo di città che lavora insieme per impostare e realizzare il proprio futuro.

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