I NUOVI MERCATI E LE METAMORFOSI DELLE BANCHE: COME SI STANNO ADEGUANDO LE NOSTRE BANCHE 'TERRITORIALI'?

04 marzo 2014   21:00   Hotel Ambasciatori Viale Amerigo Vespucci, 22 Rimini
Caminetto

Economia e finanza al centro della serata al Club, grazie alla presenza di Giacomo Pula, 43enne Vicedirettore Generale di Banca di Rimini.

Una relazione assai utile a dare l’idea di ciò che sta accadendo e che accadrà… se non cambiamo.

Banca di Rimini fa parte del network del credito cooperativo, da oltre 90 anni opera nel riminese, vanta 1,4 miliardi di massa amministrata tutta sul territorio ed impiega il 95% di quanto raccoglie.

"Nel 2007 si è come spento un interruttore, ciò che s’è scatenato con la frisi finanziaria originata negli USA e propagatasi nel mondo ha cambiato tutto. Anche le banche, certo, così come le imprese. Il tempo nel quale anche un soggetto con disvalore poteva agire sul mercato è finito. Non ci facevamo domande sul modello, andava bene e pensavamo tutti potesse continuare così, sostanzialmente vivendo a debito. Ora è tutto radicalmente cambiato, certe condizioni non sono più possibili ed è inutile pensare che i vecchi tempi possano tornare".

Pula ha cercato di sintetizzare in tre punti il profilo di chi saprà, che sia banca o che sia impresa, essere competitivo in un mercato globale. "Il debito dovrà essere sostanzialmente orientato a produrre un reddito superiore, orientato al positivo, non è più possibile restare comodamente in una condizione di debito alla vecchia maniera, nella quale il rischio è sulle spalle di altri e non dell’impresa, un rischio sostanzialmente non tutelato.

Secondo punto: la competenza vera, certificata, sarà un altro segno distintivo, quindi l’impresa (anche la banca) per stare sul mercato dovrà mostrare questa sua peculiarità.

Terzo aspetto: è necessario saper vendere quel che si produce, non dentro i confini comodi e abituali ma in tutto il mondo".

Con questi requisiti si è competitivi per davvero, in un mondo globalizzato nel qualei primi dieci mestieri più remunerativi quattro anni fa non esistevano e dove tecnologia e beni intangibili rappresentano punti di riferimento.

"Cambiamento è la parola d’ordine, ma per davvero, così da diventare attrattivi. Trent’anni di benessere, all’inizio solido e poi vissuto a debito, ci hanno impigrito, ma oggi questa condizione non paga più. Si riparte da zero, tutti".

E la velocità del cambiamento è anche in alcuni esempi, come quello ciitato da Pula sugli acquisti online: "Siamo gli ultimi in Europa, ma pensate che fra 2011 e 2012 siamo passati da un giro d’affari di 10,5 miliardi a 15 miliardi, il 17% della spesa totale. Dà l’idea della vertiginosa velocità con la quale le cose stanno cambiando".

La serata è proseguita fino a tarda ora, con tante domande e altrettante riflessioni, a testimonianza di come il tema sia caldo e sentito. Comprese le letture di Fabio Pula sui ‘condizionamenti’ esercitati dalla grande finanza, un’architettura in mano a pochi e in grado di alzare e abbassare la percezione di solidità di interi Paesi a vantaggio del proprio guadagno.

Non un bel panorama, certo, ma sfidante.

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