I GATTI DI VENEZIA, UNA STORIA DI AMICIZIA E DI FELICE CONVIVENZA

02 febbraio 2021   21:15  
Riunione n° 16-1884 - Online Link di accesso
Relatori Stefano Medas, archeologo e autore del libro 'Il gatto che viaggiava in vaporetto'

I gatti sono il pretesto per parlare di una strana città qual è Venezia. Stefano Medas ci vive inaspettatamente e accresce la sua passione per i gatti, protagonisti di una città che li ama, descritti di indole flemmatica e d’aspetto idolatrico. Questo negli anni ’50. Ora questa popolazione di gatti non esiste più.

Stefano Medas, autore del libro "Il gatto che viaggiava in vaporetto" a casa ha sempre avuto almeno un gatto. E così parte dalla città ideale per i gatti: Venezia.  La mamma gli raccontava che Venezia, quella città che conosceva solo dalle fotografie, dove al posto delle strade c’erano i canali e al posto delle automobili le barche, era un luogo magico per i gatti, perché lì potevano trovare tutto il pesce che volevano e vivere tranquilli, lontani dai pericoli di ogni altra città, accuditi con amore dagli abitanti. A quell’epoca ce n’erano ancora a migliaia, che giravano liberi per le calli e nei campi e campielli. Poi lo studio e il lavoro lo farà vivere a Venezia per molti anni al punto di innamorarsene: lavorare proprio lì, a Venezia, è diventato per Stefano Medas una dimensione quotidiana, insieme ai gatti che la popolano. Così nel libro descrive la storia e la vita di Venezia attraverso i protagonisti che sono i gatti.

Medas rimane incuriosito, in particolare, da un bellissimo soriano che quasi ogni giorno prende il vaporetto numero 1 per poi scendere all’imbocco del Canal Grande. E il libro, con gli occhi del gatto, catapulta a Venezia per ammirare i monumenti, le chiese, le calle, i bellissimi scorci di una città che sembra appartenere al passato e a seguire questi felini che vagano tra le vie, accuditi con amore dagli abitanti.

 

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