CRONACHE MALATESTIANE: QUANDO RIMINI SFIDAVA LA CENSURA

24 settembre 2017   00:00  

Ho appreso con piacere che il mio “Tu quoque Ariminum” è stato scelto da Moby Cult che lo presenterà mercoledì 27 settembre (ore 21) alla Rocca Malatestiana, affidandone alcuni brani alla magica voce di Angelo Trezza. Evidentemente, c’è chi apprezza ancora la satira anche se rappresentata da un autore locale. E ciò mi induce a sperare che, prima o poi, qualcuno si decida a riesumare quello straordinario prodotto riminese (anzi. malatestiano!) che. a partire dall’anteguerra fu “Il Goliardo”. E mi piacerebbe anche trasportarvi sulla mia macchina del tempo negli anni sessanta, facendovi scendere in Via Serpieri quando assieme ad altri due giovani redattori, sedevo accanto alla scrivania di Glauco Cosmi, detto “il Maestro”. Il quale, secondo una tradizione di famiglia risalente agli anni 20, raccoglieva attorno alla sua gloriosa Tipografia, le penne e le matite più affilate della nostra Città.Sotto la sua guida di elzevirista di pura marca romagnola, facevamo notte fonda progettando il prossimo numero per poi, secondo le personali attitudini, realizzare le idee elaborate assieme in filastrocche, fotomontaggi, raccontini, vignette, caricature, finte inchieste, testi teatrali e così via... Il tutto cercando di evitare, avvalendoci elegantemente di metafore e sottintesi, gli strali della censura e della Procura. Erano infatti gli anni del famoso processo ai tre imberbi redattori di un periodico studentesco (la Zanzara) per i reati di stampa oscena e corruzione di minorenni, in seguito a una loro inchiesta sul ruolo della donna nella società, l’educazione sessuale nelle scuole e l’uso dei contraccettivi. La loro assoluzione (si disse, dopo un processo che spaccò in due l’opinione pubblica) “segnò l’alba del sessantotto”. Il Goliardo vendeva a Rimini, circa quattromila copie e ospitava una notevole mole di inserzioni pubblicitarie. Altri tempi. Nel 1968 uscì l’ultimo numero e nessun altro periodico del genere fu più pubblicato nella nostra città. Il fatto è che la satira, che si nutre di divieti e proibizioni, fatica non poco a sopravvivere, in un mondo dove si può dire di tutto e di tutti nei modi più diretti e volgari senza correre il menomo rischio. Dal canto mio, da inguaribile ottimista, credo ancora che una risata li seppellirà.

Giuliano Bonizzato

MULTI-ROTARY - Distretto 2072