CRONACHE MALATESTIANE: GLI ESPERTI ASSOLVONO GLI SCARICHI A MARE

21 luglio 2013   00:00  

La didascalia postata su Facebook, nel luglio 2012, da una modella, sotto la foto che la ritraeva immersa in riva al mare (“se questo bagno lo faccio a Rimini me ne esco con qualche malattia mortale”) costò al turismo riminese, in quanto riferito anche dalla stampa, un devastante quanto ingiustificato calo di immagine. Devastante per il catastrofismo dell’espressione. Ingiustificato per la sua genericità. Risulta infatti scientificamente accertato che coliformi, salmonella e agli altri agenti patogeni, vengono annientati dallo choc termo-alino nel giro di poche ore. Il mare ha infatti una capacità autodisinfettante enorme. Tuttavia né alla modella né ai periodici che avevano riferito la notizia, venne contestato, che io sappia, il reato previsto dall’art. 656 c.p. che punisce i responsabili di “diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico”. Ciò, ritengo, sussistendo pur sempre la probabilità che le preoccupazioni circa la salute dei bagnanti, avessero un qualche fondamento, tant’è che la Procura si era determinata ad aprire una inchiesta. Nelle esagerazioni della modella era d’altronde caduto anche Beppe Grillo durante la campagna elettorale, in un comizio tenuto davanti a Palazzo Garampi, proprio sotto le finestre del Sindaco. E oggi? L’esito della ricerca condotta dall’Istituto superiore della Sanità non lascia adito a dubbi. Si è trattato di una indagine complessa, a vasto raggio, che ha posto sotto la lente d’ingrandimento tutti i casi che, verificatisi a Rimini dal 1 giugno a 30 settembre del 2012, avrebbero potuto essere collegati con gli sversamenti in mare: gastroenteriti, diarrea, congiuntiviti, otiti, sindromi respiratorie con febbre e quant’altro. Sono stati analizzati quindicimila pazienti, sia quelli curati presso il nostro Ospedale, che quelli seguiti da medici di famiglia, pediatri e Guardia Medica. La conclusione è stata quella che i nuotatori Riminesi conoscono da sempre per esperienza diretta. E cioè che bagnarsi nel nostro mare non ha mai danneggiato nessuno anche quando, quaranta anni fa, non esistevano i depuratori e comunque, si aveva l’accortezza di non immergersi partendo da riva, nelle ore immediatamente successive a un temporale.
Gli esperti hanno dunque ufficialmente confermato, dati alla mano, che nessun paziente tra i quindicimila sospetti analizzati, si era ammalato per colpa degli scarichi a mare. Conclusione. Dopo il risultato di questa capillare ed esaustiva ricerca, chiunque dovesse diffondere nuovamente notizie atte a turbare la pubblica opinione del tipo “se mi bagno a Rimini ne esco con una malattia” commetterebbe, senza poter accampare alcuna scusante, il reato previsto e punito, anche a titolo di colpa, dal citato art.656 c.p. dovendo conseguentemente rispondere anche dei danni arrecati alla nostra immagine turistica. Stop, dunque, allo “Shit-terrorism”.” Parola composta dai termini inglesi Shit (escremento) e “Terror” con le varianti: Shiterrorism- Shitterrorist- Shiterrorized, così comeriportatadal mio “Dizionarietto di neologismi del futuro”. 
 
Giuliano Bonizzato

MULTI-ROTARY - Distretto 2072