CRONACA MALATESTIANA: NUOVO DEPURATORE? SUBITO A FERTILIZZARE I CAMPI!

19 febbraio 2015   00:00  

Tra poco entrerà  in funzione il mega depuratore di Santa Giustina, il più grande d’Europa. Smaltirà reflui per 340.000 abitanti e si affiancherà al vecchio impianto da 220.000. Purtroppo questo “mostro”, capolavoro della più moderna tecnologia, pulirà alla perfezione il mare ma non risolverà affatto  il problema della sua trasparenza, colorazione e vitalità. Anzi, ove non si corra tempestivamente ai ripari, lo aggraverà pesantemente.  Il conto della serva ( pardon della  colf )  è presto fatto :  se il  vecchio depuratore durante la stagione estiva scaricava in mare circa  100.000  metri cubi d’acqua ripulita al giorno, domani vecchio e nuovo uniti ne sverseranno quasi il  doppio. E ragazzi miei, quando l’acqua dolce del depuratore non riesce a miscelarsi con quella salata sono cavoli amari per l’eco sistema marino. Tre anni fa (nel corso di tre tavole rotonde organizzate dal Rotary Rimini Riviera e dall’Associazione Culturale “La Cosa giusta”) Docenti Universitari di Chimica Agraria e Microbiologia Marina, Manager del CER,ed Esperti Agronomi, ce lo hanno spiegato  e documentato, riempiendo il vuoto di mezzo secolo di squallida disinformazione con baffi e senza baffi.  In sintesi. Il  prosperare in pianta stabile sottocosta delle  microalghe che tolgono trasparenza e colore al mare, le periodiche impressionanti esplosioni algali e la deprimente scomparsa di ogni forma di vita sul fondo per mancanza di ossigeno, sono dovuti principalmente ai giganteschi sversamenti  del depuratore che formando prima una sorta di lago alla foce del Marecchia galleggiano poi lungo tutto il litorale senza possibilità di miscelarsi con l’acqua marina. “Una lama- osservò  con suggestiva immagine Massimo Battilani del CER- che dal depuratore cala direttamente sul mare, alterandone la salinità e bloccando il trasferimento di ossigeno dall’atmosfera”. Come ha puntualizzato il Prof. Corrado Piccinetti, Direttore del Laboratorio di Biologia Marina all’Università di Bologna,

“le acque del depuratore sono praticamente le uniche che arrivano al mare  e proprio in maggior quantità  quando le condizioni meteo-marine sono  più tranquille rispetto agli altri mesi.. Di conseguenza sui nostri calmi bassi,  caldi e calmi fondali, si forma e si consolida giorno per giorno una lastra di acqua dolce nella quale prospera la microalga. La quale,  in seguito alla rottura dell’equilibrio ecologico tra le diverse specie di diatomee e dinoflagellati, spesso esplode in fioriture rosse e gialle, dovute al prevalere di una specie sull’altra mentre alla loro morte la carenza d’ossigeno elimina ogni altra forma di vita.”  Dovrà essere adottato, al più presto, il  sistema più idoneo a  miscelare le due acque, osservò poi  l’Ing. Gastone Gamberini  e precisamente quello dove la destratificazione  viene ottenuta convogliando i reflui depurati  nel  Parco Marecchia, scaricandoli, alla portata di un metro cubo al secondo, alla foce del Porto Canale per poi miscelarli ulteriormente alle correnti marine. Il  progetto, dovuto agli studi dei docenti Universitari felsinei Mancini e Bragadin, fu  approvato una decina d’ anni fa  dal Comune ed è tuttora “in sonno”. Questa comunque potrebbe essere la soluzione  in attesa che l’ acqua depurata, anziché fertilizzare il mare, venga dirottata, nei mesi estivi, a irrigare i campi. Sistema questo, dichiarò l’agronomo Roberto Venturini, facilmente realizzabile, e adottato un po’ dappertutto, dalla California a  Israele e all’Australia, poiché  i reflui depurati si adattano a quasi tutte le culture. Osservò poi il  Prof. Claudio Ciavatta, che  poiché l’impianto di Santa Giustina è posto a un livello più alto rispetto ai campi da irrigare, non occorrono, per procedere a tale  utilizzo, infrastrutture particolari. Inoltre le recentissime tecnologie adottate dal nuovo depuratore  fanno sì che le acque depurate possano essere direttamente convogliate nei canali di irrigazione, nei bacini di stoccaggio, nelle fosse del Marecchia, o miscelate all’acqua del CER, senza necessità di ulteriori trattamenti. Ricordo ancora che alla chiusura dei lavori l’Ing, Massimo Totti, responsabile Direzione Infrastrutture Mobilità e Ambiente, diede ufficialmente l’annuncio che il Comune, preso atto della situazione, (destinata ad aggravarsi col raddoppio del depuratore)  si era posto finalmente  l’obiettivo di utilizzare a scopi irrigui le acque depurate a partire dal 2016, quando il megaimpianto di S. Giustina,  avesse raggiunto il suo definitivo sviluppo. Annuncio successivamente confermato  dall’Assessore all’Ambiente Sara Visintin. Gli amanti del mare “com’era” restano comunque in attesa che alle promesse seguano rapidamente le realizzazioni. Per ora hanno evitato di costituirsi nel Comitato “Basta acqua in mare”. Speriamo che non ce ne sia bisogno.

Giuliano Bonizzato

MULTI-ROTARY - Distretto 2072