CRIPTOVALUTE: SI O NO? SFIDA FRA DUE GIORNALISTI A PROPOSITO DI BITCOIN

27 aprile 2021   21:15  
Riunione n° 23-1891 - Online Link di accesso
Relatori Marcello Bussi e Andrea Montanari, giornalisti del quotidiano Milano Finanza

Come nelle attese, serata scoppiettante quella riservata all’argomento criptovalute e in particolare al bitcoin. Ospiti due giornalisti di milano Finanza, Marcello Bussi e Andrea Montanari. Scettico e dubitativo Andrea, ultras del bitcoin Marcello.

La rivoluzione tecnologica rappresentata dalla blockchain ha avuto un suo impatto evidente sul mondo dei pagamenti digitali e più in generale della finanza. Un impatto significativo che sta portando le banche centrali di tutto il mondo a rivedere le policy regolatorie e le banche d'affari e retail a valutare l'apertura totale al bitcoin e ai suoi "fratelli". 

Monete virtuali che stanno scalando le classifiche, che valgono più dei listini stessi e che vengono accettate da sempre più operatori tradizionali e che hanno testimonial social inaspettati e trainanti, a partire da Elon Musk.

Ma c'è un buco nero anche per questo fenomeno. Così come il web ha il suo "lato oscuro" anche le cripto e il bitcoin hanno un qualcuno di non raccontato, di "parallelo". E iniziano a essere usate come moneta "di scambio" per affari loschi - dall'hackeraggio ai ricatti - perché non sono facilmente tracciabili e sono "protette" da schermi digitali a volte impenetrabili. I rischi sono stati rappresentati, come anche l’enorme affare di chi ha agito in termini di investimento: "Nel 2011 – ha detto più volte Bussi – con un dollaro e un bitcoin si poteva comprare un caffè al bar. Oggi con un dollaro un caffè quasi non lo si beve, mentre con un bitcoin ci si compra una Tesla. Il problema è anche che l’Italia non ha ancora regolamentato questa presenza, mentre la Svizzera lo ha fatto e oggi è sede a noi vicina per queste operazioni".

Secondo Bussi, essendo il bitcoin frutto di un’operazione digitale, è intoccabile e inalterabile, mentre la moneta (FIAT) tradizionale è in balìa delle operazioni delle banche centrali. "I bitcoin sono 21 milioni di pezzi, non uno di più, su quelli si agisce. Certo, vengono usati per operazioni di alto valore, non per la quotidianità".

Molto più prudente la valutazione di Andrea Montanari: "la moneta digitale è il futuro, tanti passi si faranno in questa direzione e l’Italia è molto indietro. Però servono regole e certezze che le criptovalute ancora non danno. E’ mare molto rischioso, i rischi sono alti di prendere una fregatura, basta esserne consapevoli".

La serata ha affrontato anche l’emergere di altre monete, così come la quotazione in borsa di Coinbase, piattaforma di scambio delle criptovalute, sulle quali convergono ora anche grandi operatori finanziari che anni fa avrebbero giurato il contrario.

Infine gli NFT (acronimo di Non fungible token) da qualche mese protagonista del cambiamento del mercato dell'arte contemporanea e che sta iniziando a cambiare anche quello della musica, ridisegnando il panorama e rompendo gli equilibri. Già diversi musicisti, in particolare in ambito rap e R&B, si sono lanciati in questa nuova forma di creazione: da A$AP Rocky, che ha reso disponibile la sua prima collezione NFT su Nifty Gateway, a The Weekend, che ha battuto all'asta alcuni artwork e canzoni inedite proprio qualche giorno fa per una cifra complessiva di oltre 2 milioni di dollari. L’Nft permette di individuare l’unicità di un’opera digitale, mette insieme arte e nuove tecnologie, trasforma quello che era inafferrabile in unico, consente la creazione di "originali" in un mondo di copie identiche. E consente agli artisti di proporsi in modi inediti e nuovi. In un mondo dove per emergere prima ci volevano imponenti investimenti economici, oggi la sua arte non è data solo dalla sua musica ma dalla forza che gli viene riconosciuta dal pubblico. Siamo davanti ad un nuovo inizio in termini di digital art, economica e di branding.

Proprio all’indomani della serata, un comunicato stampa di Consob e Banca d'Italia richiama l'attenzione della collettività, e in particolare dei piccoli risparmiatori, sugli elevati rischi connessi con l'operatività in cripto-attività (crypto-asset) che possono comportare la perdita integrale delle somme di denaro utilizzate.

Di recente anche le tre Autorità europee di supervisione, Eba, Esma ed Eiopa, richiamando il proprio avvertimento del 2018, hanno ribadito la natura altamente rischiosa e speculativa delle cripto-attività, avvertendo i consumatori di prestare attenzione agli elevati rischi connessi con l'acquisto e/o la detenzione degli stessi. Da tempo si registra sul mercato un interesse crescente, a livello europeo e internazionale, verso le cripto-attività, come per esempio il Bitcoin.

In assenza di un quadro regolamentare di riferimento, l'operatività in cripto-attività presenta rischi di diversa natura, tra cui: la scarsa disponibilità di informazioni in merito alle modalità di determinazione dei prezzi; la volatilità delle quotazioni; la complessità delle tecnologie sottostanti; l'assenza di tutele legali e contrattuali, di obblighi informativi da parte degli operatori e di specifiche forme di supervisione su tali operatori nonché di regole a salvaguardia delle somme impiegate. Si segnala, altresì, il rischio di perdite a causa di malfunzionamenti, attacchi informatici o smarrimento delle credenziali di accesso ai portafogli elettronici.

Tali rischi assumono ora una maggiore rilevanza in relazione al diffondersi di forme di offerta attraverso il canale digitale che facilitano l'acquisto di cripto-attività da parte di una platea molto ampia di soggetti.

La Commissione europea ha recentemente avanzato una proposta di regolamentazione per disciplinare l'emissione, l'offerta al pubblico, la prestazione dei servizi e il contrasto agli abusi di mercato in relazione alle diverse tipologie di cripto-attività. La proposta persegue l'obiettivo di definire un quadro giuridico solido per tali strumenti nonché di garantire l'integrità del mercato e livelli adeguati di tutela dei consumatori e dei risparmiatori. L'iter di approvazione della proposta di regolamentazione è tuttora in corso.

Al momento, quindi, l'acquisto di cripto-attività non è soggetto alle norme in materia di trasparenza dei prodotti bancari e dei servizi di investimento e continua a essere sprovvisto di specifiche forme di tutela; segnatamente dette attività non sono soggette a nessuna forma di supervisione o di controllo da parte delle Autorità di vigilanza.

Conseguentemente anche l'adesione a offerte di prodotti finanziari correlati a cripto-attività, quali ad esempio i cd. digital token, è un investimento altamente rischioso, tanto più qualora, come spesso riscontrato, le offerte siano effettuate da operatori abusivi, non autorizzati, non regolati e non vigilati da alcuna Autorità.

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