CONCERTO DI NATALE ALL'ABBAZIA DI SCOLCA

06 dicembre 2015   20:00   Rimini Covignano Scolca
Conviviale con signore

Serata suggestiva,quella trascorsa domenica 6 in occasione del tradizionale Concerto di Natale del nostro Club.

Nella splendida cornice dell’Abbazia di Scolca, ospiti dell’Abate Don Renzo Rossi, il coro “Stella Alpina” di Riccione, magistralmente diretto dalla maestra di canto Anna Tedaldi, ci regalava un’ora di profonde ed intense emozioni. Per la particolare occasione rotariana “pre-natalizia”, il coro si esibiva in una serie di canti attinti dal loro ricco repertorio di brani della tradizione alpina e popolare italiana, oltre ad alcuni brani di musica sacra.

Come è ben descritto nelle pagine del loro sito web (www.corostellaalpina.org), gli artisti del coro riccionese, nato nel 1999, grazie all’amore per le Alpi, comune ai suoi componenti, è riuscito mirabilmente a tramandare ed a trasmettere la bellezza della montagna ed i sentimenti che questi canti esprimono e destano in chi li ascolta. E sicuramente questo è quello che noi, fortunati presenti, abbiamo vissuto domenica scorsa.

Durante la performance dei coristi riccionesi era palpabile, fra i numerosi presenti in chiesa, il crearsi di un’atmosfera molto particolare. Sembrava, quasi, di “sentire” l’aria farsi più rarefatta e frizzantina, come l’aria pura che si respira, in quota, sui nostri monti.

L’emozione, fra il pubblico, arrivava al suo climax quando riecheggiavano, all’interno della Chiesa, i canti più emozionanti e commoventi della storia dei nostri alpini, il “Signore delle Cime”, “Il Testamento del Capitano”, “La Leggenda del Piave” e “Sul Ponte di Bassano”.

Inutile nascondere il fatto che, in molti dei presenti, gli occhi si facevano lucidi ed, inesorabile, arrivava un groppo in gola...

Il concerto si concludeva, fra scrosci di applausi, con il commosso ringraziamento dell’Abate di Scolca, Don Renzo Rossi che, simpaticamente, ricordava come anch’egli, da ragazzo, in seminario, spesso cantasse le canzoni alpine più famose, e ribadendo il concetto, espresso anche dalla maestra del coro Anna Tedaldi, che la difesa delle nostre tradizioni è fondamentale per garantire la salvaguardia della nostra identità nazionale. E la nostra serata natalizia ha ben centrato questo obiettivo inserendosi, oltretutto, per i suoi contenuti “rievocativi”, nel filone celebrativo della “Grande Guerra”.

La piacevolissima serata si concludeva in sagrestia, dove i fortunati presenti potevano gustare torte dolci e salate preparate da alcune consorti dei nostri soci. Il tutto, ovviamente, “innaffiato” da abbondanti dosi di frizzantino e prosecco offerti, assieme ad un gigantesco panettone “calibro 3 kg”, dal Tenente di Artiglieria di montagna, Corpo degli Alpini, Paolo Piraccini, artefice della serata, il quale sfoggiava, fiero, il suo copricapo con la penna d’aquila ed i gradi da ufficiale!

Il saluto finale, ovviamente, con un brindisi a base di grappa!

 

IL PROGRAMMA DELLA SERATA

“LA DOSOLINA”:   Le ragazze delle antiche filande della regione lo cantavano in coro tramandandole fino a noi. Narra la vicenda amorosa della giovane Dosolina alle prese col focoso e geloso innamorato napoletano.

“ERA SERA”:   La canzone ottocentesca fa parte del primo repertorio di canti di montagna, pubblicato nel 1935. E’ un canto romantico d’amore e di nostalgia, tramandato dai soldati trentini che militavano nell’esercito austriaco.

“LA BELLA GIARDINIERA”:   Questa simpatica ed ingenua canzone di indubbia origine popolare, ripercorre la mesta avventura della bella giardiniera che si porta sino alla tarda età il peso delle proprie giovanili delusioni amorose.

“ZOM ZOM ZU LA BELAMONTE”:   E’ un canto piacevole, orecchiabile e ben armonizzato, con un testo di non immediata comprensione, essendo composto nel dialetto della Val di Fiemme. E’ la stagione della fienagione, ed i giovani delle terre vicine si recano in montagna tra fatiche ed allegria.

“VUOI TU VENIR IN MERICA”:   L’emigrazione nel Trentino assunse aspetti vasti: intere vallate passavano l’Oceano in cerca di sorte migliore. I due protagonisti, naturalmente innamorati, si devono lasciare. Lui parte per l’America e sarebbe ben felice se la sua amata volesse seguirlo nell’avventura.

“SERENATA A CASTEL TOBLIN”:   Con questa barcarola trentina, il famoso compositore Luigi Pigarelli si presentò ad un concorso di compositori per canti popolari, trionfandovi. Ad oggi questa canzone è una delle più celebri melodie del canto alpino.

“LA LEGGENDA DEL PIAVE”:   E’ una delle più celebri canzoni patriottiche italiane. Il brano fu scritto nel 1918 dal maestro Ermete Giovanni Gaeta, subito dopo la “battaglia del solstizio”, e ben presto venne fatta conoscere ai soldati. L’inno contribuì a ridare morale alle truppe italiane, al punto che il Generale Armando Diaz inviò un telegramma all’autore nel quale sosteneva che aveva giovato alla riscossa nazionale più di quanto avesse potuto fare lui stesso.

“SUL PONTE DI BASSANO”:   E’ uno dei più classici e noti canti alpini nato nel 6° Reggimento e diffusosi, poi, rapidamente in tutti i reparti del Corpo.

“AI PREAT”:   Questo canto friulano è una invocazione nata da una donna innamorata, che con ansia e trepidazione, attende il ritorno del suo bene dalla guerra e prega la bella stella e tutti i Santi del Paradiso, perchè il Signore fermi la guerra, così che il suo caro possa ritornare dai suoi affetti. Sono parole che esprimono, senza retorica, le sofferenze ed i drammi di chi su questa terra, ha lasciato solo un nome e spesso nemmeno quello.

“BELLE ROSE DU PRINTEMPS”:   E’ stato dedicato alla famosa guida valdostana Mario Puchez, perito nella gloriosa impresa per la conquista della cima “K2”. Nel film che rievoca la vicenda, mentre i compagni trasportano la salma dell’amico, echeggiano le note di questa melodia.

“EL CANTO DELLA SPOSA”:   Il sogno di tutte le ragazze, una casa in cui essere amata e signora, è il motivo dominante di questo canto trentino. Un tono sommesso e scherzoso, una brillante leggerezza ed un sano buonumore evocano qui la potenza dell’amore, che può mutare in pregevoli qualità anche i difetti o i disagi.

“SIGNORE DELLE CIME”:   Il brano è diventato la canzone simbolo dell’Italia alpina e porta nei cuori di ognuno che l’ascolta ricordi di cari amici scomparsi, amici che mai saranno dimenticati.

“IL TESTAMENTO DEL CAPITANO”:   Gli alpini della guerra del 1915-’18 fecero loro questo cinquecentesco canto, lasciando intatta la profonda, umana, poesia del capitano morente.

“GAUDETE”:   E’ un canto per la terza domenica di Avvento, che si ritiene essere stato composto nel 16° secolo in Finlandia. Si avvertono i legami con le melodie delle nostre “Laude” medioevali, rielaborate con ritmi sincopati, propri dei canti nordici.

“QUESTA NOTTE E’ NATO IL REDENTOR”:   Canto natalizio di origine croata, armonizzato da Andrea Mascagni   

 

MULTI-ROTARY - Distretto 2072