C’ERA UNA VOLTA UN DRAGO CHE SI CHIAMAVA MONOPOLIO STATALE

15 febbraio 2016   00:00  

 Cari nipotini. Stasera, prima che andiate a letto, vi racconterò  una vecchia favola che si svolse soprattutto a Rimini. Dunque c’era una volta una Bella Popolana, prigioniera di un Drago. Si chiamava Emittenza Locale. E ci furono alcuni ragazzi innamorati di lei, compreso vostro nonno, che decisero di liberarla e, come antichi paladini, combatterono contro il Drago che si chiamava Monopolio Statale. Così un audace, magro elettricista tanti anni fa, (era il 1972!) cominciò, di notte, ad arrampicarsi come un gatto sui tetti della nostra città, per stender cavetti volanti da un condominio all’altro, collegando i televisori del centro storico a una stanzetta dove quei ragazzi “facevano televisione” trasmettendo le partite della Rimini calcio e qualche tavola rotonda... A questo punto il Drago, che era un vero prepotentaccio, cominciò a recidere coi suoi dentoni aguzzi quei poveri cavetti e i cavalieri, sventolando una bandiera dove c’era scritto “viva l’art. 21! Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ogni altro mezzo di diffusione.!”, chiamarono in loro aiuto una Regina che si chiamava Corte Costituzionale. La quale, il 9 luglio del 1974, decise  che la TV via cavo non poteva dar  fastidio al Drago, perché trasmetteva solo in ambito locale e questo impediva una cosa che lei aveva sempre vietato. La possibilità, cioè che un altro Mostro, questa volta Privato, si mangiasse l’informazione a livello nazionale magari condendola col sugo di casa propria. Nel frattempo Telerimini, aveva ottenuto l’iscrizione come seconda testata giornalistica televisiva italiana subito dopo Telebiella, il che fece arrabbiare moltissimo il Drago e fu motivo di grande soddisfazione per l’avvocato che l’aveva chiesta, indovinate chi. Il quale  subito dopo si domanda:” Osta! Se il cavo locale non può disturbare il  Drago come può farlo una trasmissione locale via etere?” Le Piccole Emittenti che nel frattempo erano sorte numerose in tutta Italia, si misero allora d’accordo e spararono tutte insieme il loro segnale nell’etere per dimostrare alla Regina che ognuna di loro poteva far vedere la “sua”  televisione ai propri cittadini senza dar fastidio a nessuno. E fu così che Corte Costituzionale, accogliendo l’appello dei prodi cavalieri, liberò dalle catene la Bella Popolana indicandole le vie del cielo a patto, naturalmente, che si muovesse soltanto nella sua fettina di territorio. Era il 29 luglio 1976. Si assistette allora ad un nuovo piccolo “Rinascimento” come era successo in tante città italiane dal Quattrocento al Cinquecento, che, come vi insegneranno a scuola, avevano  generato, da sole, quei grandi  pittori scultori poeti letterati che altrimenti non avrebbero avuto occasione di emergere se un Principe non li avesse chiamati attorno a sé. Pochi e ben retribuiti spot pubblicitari garantivano  numerose ore di  trasmissione locale che, a partire dal telegiornale per arrivare alle Commedie dialettali, vedevano l’entusiasta partecipazione dei cittadini alla “loro”  emittente. Un grande fuoco attorno al quale era stupendo potersi scaldare tutti assieme. Questa gioia finì presto. A partire dal 1981, infatti, l’etere nazionale venne progressivamente invaso da una specie di Tirannosauro Rex di cui non si aveva avuto prima notizia forse perché ci aveva messo molto tempo a crescere. Come avesse fatto questo bestione a superare lo sbarramento  eretto da Corte Costituzionale nessuno l’ha mai capito bene veramente. Si sa soltanto che ci fu un uomo, padrone dello Jurassic Park, che con una legge fatta in quattro e quattr’otto, riuscì  a far riaccendere quelle tre emittenti nazionali che i giudici avevano spento per obbedire alla Regina.  E fu così che il  Tirannosauro, dopo aver azzannato il  Drago, naturalmente senza riuscire ad ammazzarlo, piano piano, zitto zitto si mangiò ad una ad una tutte  le Belle Popolane. E fu così che anche i poeti, letterati, artisti, comici, presentatori, attori che si erano ritrovati uniti attorno a quel famoso fuoco scomparvero per non tornare mai più…Perché fate quelle faccine? Mica tutte le favole sono a lieto fine! E poi adesso c’è il digitale terrestre! Su, su, tutti a letto!

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