ALLA SCOPERTA DEL MARE ADRIATICO

21 luglio 2015   20:00  
Caminetto

Sott’acqua c’è un altro mondo. Anche sui fondali dell’Adriatico, solo apparentemente così piatto e monotono. “Basta mandare in acqua un mattone e in poco tempo si genera un luogo pieno di vita, con pesci colorati e uno spettacolo davvero bello”.

Parola di Stefano Paganelli, riminese e uno dei più preparati sub italiani, per taluni ‘patentini’ l’unico a poterli rilasciare e davvero conoscitore profondo dei due mondi.

Per lui parlano anche quasi 30 anni di immersioni al ritmo di 250 l’anno, per divertimento prima e per lavoro oggi, fino a costituire proprio a Rimini Dive Planet, luogo di formazione e di organizzazione per subacquei esperti o alle prime armi

La fondazione risale al 1996, oggi le sedi sono anche a Pesaro, Imola e all’Isola d’Elba ed è foprmato da una trentina di professionisti determinati, preparati ed esperti. L’obiettivo è quello di consentire immersioni in sicurezza e per farlo, la ‘materia prima’ sono i ‘punti immersione’ e quindi il ritrovamento di qualsiasi oggetto precipitato sui fondali è l’occasione per costituirne di nuovi.

Numerosi i ritrovamenti di Paganelli e i suoi sub: navi mercantili, pescherecci, piattaforme, impianti di maricoltura, tutto serve a generare vita sui fondali.

Il passo successivo è la loro conoscenza, nel pieno rispetto di ciò che intorno vi nasce. Le discese sono riservate a due categorie: i ‘ricreativi’ sono i sub alle prime esperienze, ma già formati, che scendono fino a 40 mt; poi ci sono i ‘tecnici’, che si spingono oltre.

Paganrelli ha mostrato relitti anche di grandi dimensioni, come una nave cargo di 111 mt che è affondata nel 1983 vicino alla Croazia e poi s’è spostata pian piano più vicino alla costa italiana fra Romagna e Marche. E ‘ uno dei più grandi relitti presenti nel Mediterraneo, caricava tronchi d’albero ed anche un bus.

Laggù sui fondali Paganelli ha ritrovato anche un caccia bombardiere B24, poi studiato per risalire al pilota, fino a scoprire che era ammarato e non era stato abbattuto.

“L’Adriatico è un mare freddissimo d’inverno e caldo d’estate, propone scenari inaspettati e pur dal fondale sabbioso spesso si presenta cion una limpidezza d’acqua inaspettata”.

E qui vien fuori la ‘notizia’: “Pensate che i resti della grande piattaforma di penetrazione Paguro, fatta esplodere anni fa, attira ogni anno oltre 5.000 sub a visitarli. Ma da tutta Italia e dall’estero arrivano qui per immergersi, è l’occasione per lasciare i famigliari al mare e dedicarsi alle immersioni, un binomio vincente. Altri punti di immersione hanno lo stesso successo e allora crearne di nuovi ed artificiali non sarebbe una cattiva idea”.  L’idea, quindi, è di imitare i ‘bike hotel’, inventando i ‘sub hotel’.

Ma a quale età si pratica la subacquea? “Si parte dagli otto – dieci anni e poi non c’è limite. Al momento ho un allievo di 76 anni che fatico a contenere!”.

Il racconto scritto della serata penalizza l’emozione vissuta nel vedere decine di foto che nessuno o pochissimi immaginerebbero scattate nel vituperato mare Adriatico. Non è mancata una stoccata ai pescatori: “Rispetto il loro lavoro, anch’io mangio pesce, ma sarebbe bello poter formare gli operatori spiegando loro cosa succede là sotto quando passano le loro reti. Un maggiore rispetto garantirebbe loro anche più pesce da pescare”.

Ultime note di carattere tecnologico. Anche nell’attrezzatura dei sub i progressi sono continui ed ora la tecnologia ‘rebreather’ garantisce immersioni molto più lunghe ed in totale sicurezza. Sono eliminate le famose bolle, che i pesci in mare tengono lontane. L’effetto è che ora i pesci si avvicinano molto di più e senza timori ai sub.

Una bella serata, appassionante e che ha visto protagonista un riminese amante del mare, mentre spessio i nostri concittadini amano solo la spiaggia…

MULTI-ROTARY - Distretto 2072