ALLA CARITAS DI RIMINI L'AMBULATORIO 'NESSUNO ESCLUSO'.

21 aprile 2020   21:15  
Riunione n° 31-1859 - Online Link di accesso
Relatori Mario Galasso, Direttore Caritas Rimini - Riccardo Contestabile RC Rimini Riviera
Una serata dedicata alle passioni dei Soci. Questa sera quella di Riccardo Contestabile. Definirla passione forse è riduttivo. Forse il termine giusto è ‘donazione’: di se stesso, del proprio tempo, della propria competenza a favore degli ultimi.
L’ambulatorio impiantato alla Caritas è per coloro che si definiscono i ‘senza dimora’, perché la vita riserva anche questo elementare bisogno. Ci sono gli espulsi da casa, fuoriusciti dal carcere… ma c’è anche chi sceglie questa condizione. Non è fuga dalla vita, ma da una certa vita che evidentemente certe persone non sentono più loro.
"Il 30-35% dei pazienti è italiano - ha raccontato Riccardo Contestabile - Sono persone che si svegliano la mattina, si alzano dalla panchina e vagano fino a sera. Magari lasciano la città, capita anche che facciano qualche lavoro saltuario. Sorprende la dignità che hanno. Commettono reati, certo, ma spesso sono spinti da un grande bisogno. Non è una giustificazione, però quella dignità è sorprendente.
E’ una vita animata di espedienti. A loro basta poco, mangiano poco e in qualche modo sanno come procurarselo. Parlano molto, si raccontano. Poi spariscono e non li vedi a lungo. Alcuni mai più". 
La Caritas diventa quindi un porto sicuro, vi trovano assistenza persone dai bisogni primari. Da due anni e mezzo è attivo un ambulatorio medico per curarsi. Sono persone che in realtà tengono alla vita, perché altrimenti non terrebbero alle cure. Ma non riescono a vivere.
"La prima esperienza nacque dentro alla biblioteca della Caritas. Poi s’è evoluta, con un nuovo locale, magari angusto, ma che abbiamo sistemato".
Il gruppo si è poi completato con altri medici e farmacisti. "Ci siamo attrezzati, ora abbiamo proprio un ambulatorio ben fornito anche di medicinali e le tecnologie per gli esami di base. Se serve una visita specialistica troviamo chi ci aiuta, in particolare grazie ad un accordo con i medici odontoiatri".
Isabella Mancino coordina il gruppo dell’accoglienza per la Caritas: "Nel 2015 abbiamo avviato un lavoro con vari soggetti e approvato dal Comune di Rimini. Volevamo far emergere gli invisibili. Qualcuno pensa che solo gli immigrati siano in questa condizione, in particolare senza medico di base. In quella condizione l’unica assistenza deriva dal Pronto Soccorso. Volevamo superare questa dimensione, riconoscendo le persone, da seguire non solo per i bisogni primari ma anche sotto il profilo della salute. Nel novembre 2017 siamo partiti. Accogliamo, è la prima preoccupazione, vogliamo incontrarli di persona, perché serve vederli di persona per capire le necessità. Prima dell’ambulatorio è fondamentale conoscerle e informarli anche dei diritti che hanno, come il domicilio sanitario, una residenza dei ‘senza dimora’ che apre alla possibilità di avere un medico di base. Poi arriva il livello della visita medica".
Fra le esperienze ricordate, anche un lungo percorso con una persona di Lampedusa. Un’impresa farlo trasferire dal medico siciliano a quello riminese… poi la residenza. Un cammino complicato che aveva un ostacolo grande nella completa non conoscenza dei più elementari passaggi formali. Sembra incredibile perdersi davanti ad un certificato, ma c’è chi è in queste condizioni. E’ bello vedere che tanti non si lasciano più andare e che ci tengono allo star bene. E’ una piccola vittoria. "Stiamo crescendo, stiamo aumentando il numero dei medici disponibili ed è un segnale importante che arriva in particolare dai medici più giovani".
Andrea Gattiani, medico fondamentale nell’attività dell’ambulatorio, è intervenuto con qualche cifra. "Sia nel 2018 che nel 2019 abbiamo accolto circa 340 pazienti, fatto complessivamente 1400 visite nei due anni. Le donne hanno età media 45-46 anni e sono una su quattro rispetto agli uomini. Nel 2019 sono state distribuite 1.272 confezioni di farmaci (948 nel 2018) con una spesa sanitaria che supera i 2.500 euro.
Problemi più rilevanti: quelle di natura odontoiatrica, di fronte alla quali abbiamo una parziale possibilità. Ci siamo fatti aiutare da colleghi medici, una sorta di soccorso odontoiatrico. Poi le violenze. E’ evidente che alcune donne che incontriamo hanno questo dramma nella loro vita".
Mario Galasso, Direttore della Caritas, oltre a raccontare dell’esperienza, ha portato in evidenza le problematiche. Sono 220 le Caritas diocesane, 54 parrocchiali nella nostra Diocesi. Sono 48 quelle europee, 162 a livello mondiale.
"Il Covid-19 ci ha scossi, interrogandoci sulle attività da svolgere. Abbiamo cercato di capire, pur in assenza di indicazioni chiare. L’11 marzo abbiamo scelto di lasciare a casa tutti i volontari al di sopra dei 65 anni. Una sofferenza, per noi e per loro.
Sapevamo di sguarnirci, ma è bastato fare un appello e oltre 150 persone ci sono venute in aiuto, l’80% con meno di 40 anni, persone che non stanno lavorando. Facciamo turni, tanta attenzione alle distanze fisiche. Si parte col ‘giro nonni’, da 30 alle attuali 95 persone attuali, da tre a sette auto a disposizione.
A pomeriggio si lavora anche da casa al telefono per stringere la rete della compagnia alle persone.
I numeri restano alti, per ora fatico a pensare ad una diminuzione. Presto però arriverà un minimo di normalità e perderemo mezzi e persone. Poi ci sono le persone che preparano i pasti caldi: da 60-70 al giorno, ora 150.
Ci sono anche tante bellezze: i tanti volontari giovani con la loro grande energia, i professionisti che si prestano come Alessandro Garattoni lo chef che ci è venuto a dare una mano.
Poi abbiamo lanciato la campagna ‘messaggi in bottiglia’, che raccoglie i messaggi delle persone. Abbiamo ricevuto quello di Papa Francesco, uno scritto di suo pugno, distribuito in mensa nella giornata di Pasqua.
Inoltre le ‘docce per i senza dimora’, un bisogno e insieme un rischio. Riapriremo spero questo servizio, non sarà facile individuare il percorso di sicurezza e dotarci di quanto serve per garantire sia possibile.
Chiudo con ‘Team Bota’, un gruppo di ragazzi formato da 180 persone, tutti molto giovani, che sono al servizio delle persone sole e d anziane, oltre che in ambito educativo. Abbiamo pensato di iscriverli gratuitamente alla Caritas Rimini, pur garantendo loro autonomia operativa. E’ una comunità che cresce, che ravviva l’animo".

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