Abren Inhid: Insieme andiamo

18 ottobre 2022   09:00   Liceo Einstein Rimini
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Il gruppo di volontariato "Brutti e cattivi" del Liceo Einstein di Rimini oggi ha raccontato ai compagni di istituto l'esperienza intensa e carica di emozioni del volontariato in Etiopia.
Un'aula magna gremita di ragazze e ragazzi, in due turni con le terze classi e le quarte, che hanno ascoltato con vivo interesse e partecipazione il sentito e sincero racconto dei compagni, come racconta il nostro socio Andrea Santangelo, presente all'incontro insieme alla nostra Presidente Roberta.

Si può partire per l’Etiopia convinti di andare a fare del bene e tornare avendone ricevuto oltre ogni più rosea aspettativa? È quello che è successo a un gruppo di 11 ragazzi che ora frequentano l’ultimo anno del liceo scientifico Albert Einstein di Rimini. Con loro c’erano don Giampaolo Rocchi (professore di religione e coordinatore del progetto) e Suor Monica Da Dalt, (Vicaria Generale delle Francescane Missionarie di Cristo). Con il progetto benefico Abren Inhid ("insieme andiamo" in lingua amarica), sostenuto grazie al loro lavoro estivo e a 1.000 euro dal Rotary Club Rimini Riviera, i giovani riminesi hanno passato 15 giorni, a inizio di settembre 2022, tra le missioni di Kofale e Ashirà, lavorando all’alfabetizzazione informatica dei pari età etiopi e all’animazione per i bambini più piccoli. 
Nella prima settimana sono stati ospiti della missione delle suore francescane di Kofale, ma hanno lavorato nel piccolo villaggio di Karso, dove un missionario italiano, padre "abba" Bernardo, ha tirato su un centro ricreativo. Si sono divisi in due gruppi: uno faceva animazione con i più piccoli, una cosa inconsueta da quelle parti che ha regalato molta gioia ai bambini, perché a 4 anni in Etiopia già cominciano a lavorare (per lo più tenendo dietro al bestiame); l’altro gruppo realizzava un corso di informatica in inglese per i più grandi (i PC erano stati forniti dal liceo Einstein e da altri sponsor riminesi che i ragazzi si erano premurati di trovare). Purtroppo mancava il Wi-Fi per avere un insegnamento informatico più completo, ma di sicuro le basi sono state gettate. Un’opportunità è stata data e nuove competenze sono sorte in un paese poverissimo e mancante quasi di tutto (non a caso a lezione venivano padri e figli). 
A pranzo i liceali riminesi o tornavano in missione oppure mangiavano da famiglie dei ragazzi del centro. Al pomeriggio avevano del tempo libero per conoscere varie attività locali, come i progetti di microcredito femminile, che servono per alimentare l’economia locale e far diventare autosufficienti le donne, vere spine dorsali della famiglia e della società etiope. 
Ogni giorno i bambini nella missione ricevevano dei biscotti. Molti di loro non li aprivano neanche, ma li portavano a casa alle famiglie. Kofale è una zona a predominanza di famiglie musulmane ed è davvero molto povera. C’è bisogno di quasi tutto. 
Nella settimana ad Ashirà le cose sono state più semplici: alla St. Anthony School c’era persino un’aula di informatica. Anche l’inglese era più parlato e compreso (la lingua amarica è quella ufficiale in Etiopia, poi ci sono i dialetti locali, quindi per i giovani riminesi la comunicazione non è stata semplice, ma, certo, neppure insormontabile). Un gruppo si occupava delle lezioni di informatica di base e l’altro gruppo invece andava dai 500 bambini della scuola materna per fare animazione.
Ad Ashirà c'è una clinica per donne incinte e per la medicina di base. I ragazzi hanno visitato la clinica. Nel pomeriggio i ragazzi andavano a trovare le famiglie dei bambini della scuola, scoprendo le loro storie e problemi. Questo ha fatto nascere idee e programmi per quelle famiglie e i ragazzi raccolgono ora i soldi per nuovi progetti benefici. Hanno mangiato un intero capretto (assai piccante) a casa di una donna di 46 anni con 13 figli, ebbene, questa mamma contava i suoi anni anni in base ai figli che aveva. Tutto un altro mondo che ha stupito e fatto crescere i giovani riminesi. 
Ad Ashirà c’è stata anche una bella e proficua collaborazione con gli scout locali. L’unico momento un po’ forte e stonato del viaggio si è verificato al mercato di Ashirà, dove 13 bianchi tra la folla avevano attirato centinaia di curiosi. Le tre guardie del corpo del gruppo, gli Zebegnac (che girano armati), hanno dovuto gettare acqua sulla folla per allontanare la calca dai ragazzi e poi li hanno portati via su alcune Ape Piaggio, tipici coloratissimi taxi locali. Ma a parte questo momento, la cosa che più ha colpito i nostri giovani è stata la quantità di affetto che tutti, grandi e piccini, hanno riversato su di loro. Al termine di ogni lezione, ad esempio, gli studenti li ringraziavano abbracciandoli per aver trasmesso loro del sapere. E c’erano bambini che camminavano per quasi due ore ogni giorno per andare "a ritirare quel sapere". E mentre raccontavano tutto questo gli 11 ragazzi avevano gli occhi lucidi e la gioia nella voce. Sì, hanno davvero ricevuto più di quello che hanno dato in questo viaggio. 

Andrea Santangelo


MULTI-ROTARY - Distretto 2072